ALESSIA CAPODAGLIO
DAL SALOTTO DELLA CONTESSA MAFFEI
Romanze inedite di G. Verdi e F. Faccio
per Soprano e Pianoforte
Il celebre Salotto Maffei, invidiato anche a Parigi, fu aperto nel 1834 come luogo di distrazione e consolazione dopo la perdita dell’amata figlia di Clara, soprannome di Elena Chiara Maria Antonia Carrara Spinelli, detta famigliarmente Clarinet, una nobildonna bergamasca andata in sposa al poeta Andrea Maffei. Fu assiduamente frequentato da una quantità d’illustri personaggi: da D’Azeglio a Cavour, da Manzoni ai fratelli Boito, da Verdi a Faccio, da Thalberg a Liszt, con Prati, Balzac, Carcano, Nievo, Rossini, Ponchielli, Catalani, Donizetti, Paganini e dal celebratissimo pittore veneziano Hayez. Fu l’autentico avamposto milanese della politica di Cavour, e rimase attivo per cinquantadue anni. Nel 1861, con l’Italia ormai unita, Verdi venne eletto su richiesta e pressione di Cavour nel Primo Parlamento Nazionale, in Torino Capitale. Ma rimase a seguire i lavori parlamentari contro voglia per soli quattro anni. È riportato che Verdi, tra una seduta e l’altra, si mise a leggere un libro di poesie di Francesco Dall’ Ongaro. Lo colpì uno stornello che gli fece cogliere un’idea musicale e, pur senza il controllo di un pianoforte, buttò giù di getto e per intero, la musica del Brigidino, splendido inno al Tricolore. Non solo, ma lo cantò pure agli amici senatori che subito l’impararono e lo divulgarono. In poco tempo questo inno al Tricolore fu cantato dall’intero parlamento! Il veronese Franco Faccio, che fu un grande amico di Verdi e acclamato direttore d’orchestra di tutte le sue opere sia in Italia che all’Estero, è ricordato da una statua eretta nel Teatro alla Scala. Fu anche un apprezzato compositore e dedicò la brillante e benaugurante Cinquantina all’amica Clara Maffei nel giorno del suo cinquantesimo compleanno.