Te deum prelude (Versione PDF)

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Marc Antonie Charpentier (1643 – 1704)

TE DEUM PRELUDE

Elaborazione per quartetto di flauti di Giovanna Aiezza.

Una trascrizione di una pagina di musica nasce sempre per motivi didattici, di divulgazione, ma anche artistico-interpretativi. C’è chi ama a tal punto il suo strumento che, avendone affrontato e scandagliato il pur ampio repertorio, si cimenta in approcci nuovi e a brani di grande impatto e popolarità.

È il caso del lavoro che una giovane, ma solida musicista – tra l’altro figlia d’arte – come Giovanna Aiezza ha voluto fare con il celeberrimo Te Deum H. 146 in Re Maggiore per soli, coro e orchestra di Marc-Antoine Charpentier (1634 circa–1704), realizzato a Parigi, quasi certamente fra il 1688ed il 1698, anni in cui il compositore ricoprì il ruolo di maestro di musica presso il collegio dei Gesuiti della chiesa di Saint Louis-le-Grand in rue Antoine. Di esso è noto in particolare l'incipit del Prelude, utilizzato come sigla iniziale e finale di tutti i programmi televisivi e radiofonici trasmessi in Eurovisione.

Ed è con questo brano conosciuto ed apprezzato che Giovanna Aiezza è entrata nel cuore pulsante della musica, per «giocare», «imparare» e «confrontarsi» costruendo ponti d’armonia.Il Te Deum, capolavoro del compositore francese, probabilmente il massimo esponente della musica sacra del suo periodo, è qui trascritto per quartetto di flauti, nella tonalità di Fa Maggiore e, lungi dal perdere quella solennità che il compositore ha riversato a piene mani, si traduce in sonorità coinvolgenti e piene, senza stravolgere ed oscurare il cristallino moto delle singole voci, che, nel loro ‘sociale’ interfacciarsi con le altre elevano il contrappunto a sublime armonia delle proporzioni sonore.

Achille Mottola

Giornalista già Presidente del Conservatorio «Nicola Sala» di Benevento e Commissario del Conservatorio «San Pietro a Majella» di Napoli

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