Nr. | Titolo | Genere | Info | Play | Midi | Mp3 | Base | Testi | |
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1 | Biografia autori | (?) | |||||||
La storia della matematica ha molti punti in comune con la
storia della musica, nel senso che strumenti matematici
hanno permesso di affrontare e superare certi problemi musicali
ma anche viceversa, e forse quest'ultimo aspetto è meno
banale. A dispetto della secolare comunanza fra pensiero
scientifico in senso lato e pensiero musicale, l'applicazione di
strumenti algebrici alla teoria musicale è un fattore relativamente
recente. Questa "nuova alleanza" tra musica e matematica
è riconosciuta al teorico e compositore americano Milton
Babit che per primo ha intravisto, agli inizi degli anni Sessanta,
la ricchezza di un simile approccio. Lo sviluppo del calcolatore
elettronico ha spinto così i ricercatori a sperimentare su
di questo nuove metodologie di analisi.
Le domande che pone l'analisi musicale automatica a computer
sono spesso viste sotto un duplice aspetto: l'aspetto tecnico,
se l'analista è un informatico, e l'aspetto musicale, se
l'analista è un musicologo. Lo stesso problema può avere quindi
risposte diverse. Bisogna però pensare che l'utilizzazione
dell'informatica nell'analisi musicale debba tenere conto di
questi due aspetti invece di opporli: un'analisi non farà riferimento
solo alla razionalità informatica o a un discorso musicologico
se non nel caso in cui sia espressamente opportuno.
In questo libro viene presentato un modello di analisi melodica
in grado di esplorare in modo progressivo il testo musicale
dal suo livello simbolico più basso. Si parte dalla nota per
estrarre frammenti melodici valutati da un punto di vista
innovativo: considerando cioè l'informazione che ciascuno di essi trasporta.
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